Il cacao a rischio estinzione!
Oggi un amico ha sottoposto alla mia attenzione un articolo pubblicato su Repubblica.it, a firma di Eleonora Cozzella, in cui si sostiene che il cacao sia a rischio estinzione!
Leggo spesso notizie del genere, almeno una volta all’anno le grandi sorelle si accomunano ad uno studio di importanti Università, che cercano di inzuppare il pane in un nuovo filone di ricerca. Il cacao è sicuramente la commodity del futuro, speculare sul cacao potrà garantire una crescita a doppia cifra per i prossimi 30 anni. Non si tratta di una bufala ma dell’analisi concreta fatta da me in questi anni e supportata dagli studi e Outlook della ICCO presentati due anni fa a Londra. Io quel giorno c’ero e ho anche preso la parola, il cacao è sempre più richiesto e i nuovi paesi emergenti saranno l’ago della bilancia. Oggi la Cina consuma meno di 300 gr pro-capite di cioccolato, ma se solo raggiungesse i 400 gr sarebbe un problema dato il numero impressionante di abitanti!
Tuttavia i Cinesi nella loro evoluzione NON passeranno attraverso Golosine! Ovvero quei prodottini che contengono anche cacao, ma dove lo zucchero, il Latte in Polvere e soprattutto i GRASSI vegetali fanno da padrone. Vedasi la campagna di difesa della Ferrero nei confronti del Grasso di Palma. Certamente la Ferrero non aveva altra strada da percorrere se non difenderlo, sarebbe stato troppo alto il costo industriale per sostituirlo e troppo alto il costo commerciale per migliorarne la materia prima.
Effetto Pearl Harbor e Il cacao geneticamente modificato!
Le altre grandi aziende stanno finanziando progetti, una volta l’Università di Cambridge per ricercare una molecola che permetta al Cioccolato di resistere allo scioglimento, per combattere l’innalzamento climatico e sostenere le vendite nei paesi caldi come sud America e Africa. In questo caso la Mars e in altre decine di casi altre ditte. Il Vero scopo è sempre quello di creare una paura, per far apprezzare la corsa alla modificazione genetica!
Io sostengo che la maggior parte di questi studi sono idioti! Se il cioccolato perde scioglievolezza che fine farà l’effetto velluto al palato? E la piacevolezza del sentire il fluido dolce solcare la bocca. La modifica renderebbe il cioccolato una sorta di gomma che sa di cioccolato e che come un Fudge si scioglie solo dopo vari tentativi di ingestione. Diciamo una schifezza!
Quella citata ora invece non è una novità, avere piante che resistono al caldo, alla siccità, alle malattie, etc.… serve a creare MOSTRI! magari industrializzabili, ma sempre mostri! Già esiste il Cacao geneticamente modificato, ma ha un pessimo sapore e sintetizza maggiormente cianurati dal terreno e chissà se un giorno qualcuno si sveglia un mattino e scopre che il livello si accumula nell’organismo e a lungo termine ci uccide! Cosa succederebbe? Tutti a buttare fango su TUTTI e chi ne pagherebbe il prezzo? Sempre i piccoli che lavorano con coscienza e rispetto per i consumatori.
Da anni io giro il Mondo per studiare il cacao e le sue peculiarità, oltre a conoscere i contadini, li Formo e li aiuto a produrre cacao migliore e sono già 142 i viaggi che ho fatto in 19 anni di ricerca. Una laurea specifica in Scienze Culinarie e relativa specializzazione in Tecnologie del Cioccolato, mi hanno portato a ricercare e a sviluppare un metodo, rivoluzionario.
La mancanza di cacao in alcuni paesi è data dal fatto che mancano i CONTADINI!!! se non riescono a guadagnare un salario dignitoso come fanno a convincere i propri figli a rimanere con loro e a continuare il lavoro dei campi? Voi lo fareste? Questa è la domanda che ho fatto nella prestigiosa sede ICCO a Londra nel 2015. Nessuno mi ha risposto! E i rappresentanti dei contadini a mio avviso, manco sanno cosa sia una pianta! Se non riccotti spocchiosi che fanno i latifondisti o i capobastone di questa o quella associazione. Persone tronfie e alla ricerca più del posto al sole che del bene dei loro rappresentati.
La rivoluzione economica passa attraverso un metodo di certificazione
Oggi il problema è ripartire il reddito e come si fa? Lavorando alla ricerca di un metodo che possa garantire ai contadini che hanno svolto un buon lavoro e che il loro prodotto sia riconosciuto valido, sono riuscito a identificare un percorso. Ovvero un metodo che consenta ai contadini di conoscere quello che serve ad un cioccolatiere e di trasformarlo al meglio, al fine di produrre in collaborazione un prodotto eccezionale. Senza la qualità in campo non si può pretendere che qualcuno la paghi, l’industria non gradisce buon cacao ma semplicemente una commodity utile a rispettare i parametri di legge e quelli statene pur certi lo raggiungono.
A novembre sono stato in piantagioni di cacao in Costa d’Avorio.. e ho visto la realtà..tutto ciò che hai detto è pura e santa VERITÀ!!!
Grazie Attilio! Purtroppo quando si parla di queste cose si viene accurati di fare Terrorismo! Ma poi ci sono scribacchini che lo fanno a pagamento dietro le imbeccate di questa o quella Agenzia stampa. Io vado avanti comunque e sempre a testa alta e senza paura di nessuno!
Che bell’articolo, e anche giusto. Sono tante le cose da dire, ma la formazione dei produttori sul campo e la formazione per una corretta fermentazione della massa mi sono sembrate le urgenze più significative.
Indispensabili anche luoghi di raccolta e commercializzazione.
Ho visto esempi molto belli di coop dove si seguivano i coltivatori dall’inizio alla fine del processo, dal vivaio delle piantine, dalle sale di essicatura e fermentazione, fino alla vendita delle fave.
L’ultimo punto risulta quello più importante su cui lavorare perchè si limitano a vendere i sacchi di fave alle grosse compagnie internazionali, rinunciando così al valore aggiunto maggiore.
Ancora complimenti e auguri, Stefano.
Caro Stefano, io ad alcuni miei amici stiamo lavorando per cambiare le regole del mondo del cacao! Un nuovo modello economico! Presto ma molto presto ne parleremo anche quì sul mio Blog. Io non sono un Bloggher professionista ma di cacao ne so parecchio e sto lavorando per far sapere al mondo i rischi e le opportunità. Continua a seguirmi e diffondi i miei testi con i tuoi amici.
Silvio grande professionista, la coscienza critica di uno che ha veramente le mani in pasta. Un saluto dalla Puglia e un’ abbraccio da MARINO “il panino di marino” NOCI. N. B. Sei stato da me qualche anno fa in compagnia del grande Giustino Catalano
Grazie Marino!!! Ti ricordiamo con affettoio e mia moglie! Che piacere leggere le tue parole. Io ho ancora sempre da farti quel cioccolato per il panino. Ho fatto proprio questa setimana delle nuove tavolette più sottili delle solite, penso chein un tuo panino sarebbero fantastiche. Se mi mandi il tuo indirizzo appena torno dal Giappone te ne mando un po da fare le prove!
Un abbraccio da me e mary
Infatti mancano i contadini.quello che sta x diventare estinto e cacao pregiato, che è ormai appena 10% del produzione totale. Le piante di cacao di qualità sono molto più alto e producono soltanto un certo periodo del anno mentre cacao di meno qualità sono piante piccolo che però producono frutti tutto l’anno. Sono x più i piccoli produttori che fanno x avere un po’ di extra guadagni. Essendo una pianta tropicale non ha problemi con calore, ha bisogno di calore. E contro il scioglimento mettono già lecitina. E già.. che più lecitina che più somiglia a gomma. Giusto soltanto vogliono far paura x giustificare di modificare geneticamente è tutto al costo dei nutrimenti
Diciamo che al mondo ognuno tira l’acqua al suo mulino! Tuttavia bisogna essere determinati e andare avanti in una missione che presto potremmo dire di cambiare il mondo. Tranquilli che io non mollo.
Sono un’insegnante di inglese di una classe di pasticceria di una scuola professionale e quest’anno abbiamo dedicato un’intera unità didattica al cioccolato, dalla storia, alle sue varietà, dalla sua trasformazione all’infinita varietà dei cioccolatini. Gli alunni hanno apprezzato l’argomento e il prossimo anno scolastico abbiamo deciso di approfondire, anche organizzando una visita scolastica a tema.
Quello che lei dice mi sembra molto vero e attuale e mi piacerebbe che le nuove generazioni venissero educate ad approfondire questo modo di pensare, di rispettare e di agire. Se fosse possibile, la contatterei per sapere se è interessato ad offrire una esperienza in tal senso ad una classe di terza o quarta superiore.
Grazie Cristina, li accoglierò volentieri mi faccia sapere scrivendomi a info@silviobessone.it